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Etnografia

Suddivisa in sei sale principali, la Sezione Etnografica del Museo rappresenta in ognuna di esse uno “spaccato” della vita quotidiana dei contadini del paese e della valle attraverso ricostruzioni fedeli di scene di lavoro nei campi e l’esposizione di utensili e oggetti in uso nelle diverse attività lavorative.

La vita nei campi

In questa grande sala, che rappresenta l’inizio del senso della visita alla Sezione Etnografica del Museo, sono esposti gli attrezzi utilizzati nel quotidiano lavoro nei campi dei contadini e quelli usati per il trasporto delle merci dai mulattieri.

Il ciclo del grano e gli altri mestieri

Il grano ha rappresentato per Triora per lunghi secoli un bene di primaria importanza. Il frumento coltivato non solo era sufficiente al fabbisogno della Podesteria, ma veniva anche esportato in notevole quantità nelle cittadine rivierasche, fino a fare del paese il Granaio della Repubblica di Genova.

Il ciclo del castagno

Una sala è dedicata esclusivamente al castagno, il cui frutto ha rappresentato per lunghi anni il sostentamento di intere famiglie, soprattutto quelle più povere.

Il ciclo del latte

La lavorazione del latte e i prodotti derivati dall’allevamento della pecora sono oggetto di un piccolo locale comunicante con la cucina. I vari attrezzi parlano di un’attività che sopravvive oggi ancora in alcune zone, come la valle del Capriolo e l’Abenin.

La cucina

Nella cucina, ricostruita secondo tradizione con il focolare, l’essiccatoio, la madia, la credenza e i lumi, sembra di gustare momenti di un altro tempo, quando le famiglie unite si sedevano intorno al fuoco dopo una lunga giornata di lavoro.

La cantina e il vino

Le vigne, che un tempo si spingevano fino ad altezze inconsuete, stanno oggi scomparendo. Sono rimasti a testimoniare questa attività oggetti quali botti, tini, fiaschi, damigiane, disposti in ordine nella cantina.

  • La vita nei campi
  • Il ciclo del grano e i mestieri
  • Il ciclo del castagno
  • Il ciclo del latte
  • La cucina
  • La cantina e il vino

Ogni volta che guardiamo i monti intorno a Triora ci stupiamo per l’immane lavoro di terrazzamento.
Più difficile è rendersi conto che questa fatica era la fatica di tutti i giorni. Le mucche e le capre da mungere e da foraggiare, i campi da lavorare, il taglio della legna, la cura degli orti, gli attrezzi da lavoro da riparare e mille altri lavori che oggi non ricordiamo neppure più.

Oggi molte delle fasce più alte, una volta intensamente lavorate per la produzione del grano, sono abbandonate, in gran parte ricoperte da rimboschimenti o dalla naturale espansione dei boschi circostanti che tornano a riprendersi quei luoghi che una volta appartenevano a loro.

Triora – Il Paese e il territorio

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