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La cucina

La cucina

Quella ricostruita nel Museo è una cucina di tipo rustico, cioè quella esistente nelle abitazioni delle famiglie povere oppure in certi casolari (i casùn) nel fitto dei castagneti o nelle loro vicinanze.

Non superiore a dodici metri quadrati, non presentava la cappa, perché il fumo passava attraverso l’unica finestra a due ante in legno senza vetri oppure da una piccola fessura, utile anche a far filtrare un po’ di luce. Annerita di conseguenza dal fumo, ha al suo centro il focolare (u főgu) e in alto il graticcio (u graìe) o il canniccio (u canizzu) con vimini o verghe di nocciolo, faggio o canne intrecciate tra di loro. Quest’ultimo era utilizzato per far seccare le castagne.

Dal trave centrale pende una catena con il paiolo in rame (u lavegiu), dietro è il ceneratoio per ammucchiare la cenere usata per il bucato. Appoggiate alle pareti sono il testo (u testu) e la teglia (a főglia), utilizzate per la preparazione delle torte di verdura e patate.

Nella cucina troneggia la madia (u tòu(r)u) con il suo coperchio non asportabile, a forma di cassa a due ripiani, sopra per impastare, con un cassettone piuttosto profondo da un lato per riporvi la farina ed in basso un ripostiglio per sistemarvi l’olio, i barattoli di droghe, il lievito ed altro.

Oggetti di uso quotidiano sono posti in un armadio, altri su mensole, altri ancora appesi al muro con ganci. Si notano piatti, bicchieri, pentole, posate, pentole, padelle, secchi, brocche, zuppiere, colini, mortai, macinini e via dicendo, oggetti che oggi sono spesso utilizzati come soprammobili, dopo essere magari stati oggetto di contrattazione in un negozio o presso un banco di antiquariato. Destano curiosità e meraviglia alcuni oggetti di uso particolare. Si tratta ad esempio della stagnői(r)a, cioè una sorta di piccolo recipiente di latta a guisa di caffettiera, a beccuccio ristretto, per la dosatura dell’olio appena attinto dalla giara per mezzo dell’orcio (u cupìn), del tostacaffè (u brestulìn), del lume ad acetilene o di un bastone per i ravioli, piatto tipico della domenica e delle feste.

In questa sala

Grattugia

Usata per ridurre in briciole pezzi di pane o formaggio.

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Piattaia

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Brustolino per caffé

Usato per tostare e abbrustolire il caffè

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Utensili

Il mortaio, grattugie di varie forme, piatti e brocche.

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Focolare

Un piano di forma quadrata rialzato rispetto al pavimento.

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Caffettiere

Caffettiere in ferro di diverse capacità

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Mestoli e schiumarola

Usati rispettivamente per versare acqua o brodo e per scolare la pasta, le verdure o il cibo in genere

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Macinino

Usato per macinare e ridurre in polvere il caffè

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Cassone per prodotti agricoli

Usato per conservare granaglie e castagne

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La cucina contadina, durante lo sviluppo della coltura del castagno, si arricchisce nel suo interno di elementi atti alla conservazione e alla lavorazione della castagna.
Il vano cucina, che ben difficilmente superava i 12 mq, aveva caratteristiche peculiari a seconda della zona, dell’epoca di edificazione e di utilizzo, soprattutto in elementi come il focolare e la presenza o meno dell’essiccatoio.

Il focolare presentava caratteristiche diverse determinate soprattutto dalle condizioni economiche della famiglia. Nelle frazioni, costituite prevalentemente da edifici contadini, quindi abitati da persone aventi un reddito annuo molto basso, il focolare era costituito da un piano rialzato rispetto al pavimento, di forma quadrata in legno duro, coperto nel piano superiore da lastre (ciappe) d’ardesia. L’essiccatoio era presente all’interno di queste cucine. Gli essiccatoi furono poi costruiti in prossimità delle colture di castagno, talvolta molto distanti dai centri urbani.

Il focolare (ü fümé) nella sua struttura non presentava la cappa. Infatti il fumo passava all’esterno attraverso la piccola finestra e le fessure presenti nel soffitto e nelle pareti. Queste ultime venivano realizzate con blocchi d’ardesia di medie e piccole dimensioni.

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