La vita nei campi
La vita nei campi
In questa grande sala, che rappresenta l’inizio del senso della visita alla Sezione Etnografica del Museo, sono esposti gli attrezzi utilizzati nel quotidiano lavoro nei campi dei contadini e quelli usati per il trasporto delle merci dai mulattieri.
Della vita dei campi si è parlato scrivendo su altre sale del museo, tuttavia è doveroso ricordare l’attività più pesante, quella dell’aratura e della vangatura. Dov’era possibile l’aratro era trainato da un bue, da un mulo o anche da un asino, ma per lo più per fare i solchi si ricorreva al tridente (a sappa) o alla zappa (u sappin).
Per il trasporto dei prodotti era indispensabile l’aiuto dei muli, animali da fatica per antonomasia, che si inerpicavano con il loro pesante carico lungo strette stradine, per l’appunto chiamate mulattiere. Si trattasse di bigonce (corbin) colme d’uva, di legna, di foraggi, erano sempre pronti a risalire erte piuttosto scoscese.
Il contadino, anche se talvolta lo apostrofava malamente, era particolarmente legato ed affezionato a questa bestia, riservandogli le dovute attenzioni. A ricordare questo prezioso animale sono numerosi attrezzi: un paraocchi, un cappuccio, ma soprattutto i portafieno (i beriùn). Questi sono composti da due corti travicelli tondi con fori, nei quali scorrono cordicelle intrecciate, in modo da trattenere, durante il trasporto, i vari prodotti foraggeri.
In fondo a sinistra è una macchina asciugatrice per burro, già utilizzata dalla famiglia triorese dei Faraldi Manè.